Rimproverare i figli: è educativo
Evitare di rimproverare i vostri figli per non farli sentire in colpa o per non vederli piangere e soffrire, è un atteggiamento e un modo di fare sbagliato. Anzi gli esperti sostengono che rimproverare i proprio figli è educativo.
Sgridarli e riprenderli se fanno un errore o se esagerano con i comportamenti sbagliati, li aiuta a crescere a sviluppare l’auto-critica.
Il genitore deve essere una sorta di mediatore. Deve mediare tra il genitore autoritario e il genitore-amico. Deve cioè farsi rispettare ma allo stesso tempo non deve essere temuto dal figlio.
Il bambino non deve avere paura di confrontarsi apertamente con il genitore.
Ecco perchè un genitore con la bacchetta in mano, pronto a rimproverare i figli per qualsiasi cosa, farà crescere nell’animo del bambino solo odio, rancore oppure sottomissione.
Altro suggerimento importante è che al rimprovero deve poi seguire una punizione. Facciamo un esempio. Se tuo figlio di 6 anni ha dato uno schiaffo alla sorellina di 3 anni bisognerebbe rimproverarlo e metterlo in punizione subito.
Fare trascorrere del tempo e metterlo in punizione dopo 1 ora non serve a niente. C’è bisogno di sfruttare l’immediatezza del gesto sbagliato.
La punizione poi sarete voi a sceglierle: che può essere togliergli quel gioco che gli piace tanto per 3 giorni, oppure non andare a casa dell’amichetto a giocare, ecc.
Il bambino così capirà che non può fare tutto quello che gli passa per la testa. Che ci sono delle azioni e dei comportamenti che deve evitare perchè altrimenti ci sarà una reazione da parte di mamma o papà.
Altra regola importante: è necessario che entrambi i genitori siano pronti a sgridare il bambino.
Se vostro figlio vede che la mamma lo sgrida ed è arrabbiata con lui e invece il papà no. Cioè è tranquillo, ride, scherza e vuole giocare con lui: non va bene!
In questo modo infatti vostro figlio capirà che c’è un genitore più debole rispetto all’altro e dunque non avrà lo stesso “rispetto” per entrambi.
Ilaria Staffulani