Intervista salute: Marina Nasti, “serve più prevenzione”
Marina Nasti, 35 anni, laureata in lettere nell’aprile 2008, si occupa di giornalismo on line toccando specificatamente argomenti inerenti a informazioni sulla salute, sia notizie riguardanti nuove ricerche, scoperte ed evidenze mediche, sia dando informazioni di base su alcune patologie comuni e particolarmente ricercate dagli utenti nel web. Ecco perchè è stato un piacere particolare intervistarla. Spesso ha scritto articoli incentrati anche appositamente sul benessere in gravidanza e nel periodo pediatrico; da qualche mese è responsabile a pieno titolo nella redazione del sito Zz7 del settore informativo sulla salute, ma spesso scrive e collabora anche al settore generico news e cronaca.
Da quanti anni si occupa di salute sul web?
Da circa cinque anni
Com’è cambiato il rapporto salute-lettori da quando le informazioni sono facilmente reperibili su internet?
Sicuramente il web è un’ottima fonte di informazioni, e spesso, rispetto a come la gente era abituata negli anni passati, dà la “tranquillità” di poter avere immediatamente una risposta o per lo meno un riscontro riguardo a determinate sintomatologie; questo avviene anche molto spesso attraverso la semplice condivisione di esperienze tra utenti di blog che si scambiano informazioni tra loro ( penso ad esempio ai numerosi blog femminili in cui le mamme si scambiano opinioni ed esperienze sulla salute propria o dei bambini ). La gente oggi è sicuramente più informata, anche quando si trova a parlare con il proprio medico fa domande molto più mirate ed è preparata a capire meglio quello che il medico vuole comunicare. Ovviamente, l’altra faccia della medaglia è il rischio che questa estrema (e fin troppo comoda) facilità di accesso ad informazioni paramediche porti ad esagerare le ansie o a sorpassare in maniera indebita il rapporto paziente-medico.
Cosa ne pensa della cybercondria? Cosa possono fare in questo senso gli addetti ai lavori?
La Cybercondria è appunto in parte quello di cui andavo facendo cenno nella precedente risposta, un rischio, sempre più alto (e come tutti i fenomeni legati all’uso del web, sempre più “reale” anche se vissuto in maniera virtuale davanti ad una tastiera o con uno smartphone tra le mani) di andare ad attingere in maniera indiscriminata, non scientificamente provata e inadeguata ad informazioni mediche che possono riguardare un ventaglio di situazioni veramente molto ampio, e non sempre chi scrive su siti o blog di salute sottolinea con la giusta intensità l’estrema generalità delle informazioni diffuse, che devono essere solo una base di conoscenza generale ma che non possono in nessun modo sostituire il rapporto reale con il medico nè tanto meno giustificare l’insorgere di ansie o addirittura di ipocondrie infondate, Credo che su questo punto siano più a rischio gli adolescenti, o le persone di medio-bassa cultura perchè meno pronte a prendere con le dovute cautele ciò che leggono in una pagine qualsiasi sul web. E’ l’ennesima Cyberpatia che rientra nelle controindicazioni di un mezzo prezioso, se ben utilizzato, come il web.
Quali sono le condizioni di lavoro ideali per un salut-ista (giornalista che si occupa di salute)
Le condizioni ideali sono sicuramente legate alla possibilità di informarsi, da un lato, sulle novità scientifiche e sui consigli generali da poter dare ai lettori, e dall’altra alla sempre attiva partecipazione alla vita sociale reale in cui si riesce davvero a capire quali sono le informazioni che la gente cerca e di cui ha bisogno, anche dovesse appunto trattarsi di un piccolo tramite di informazioni che poi non deve interferire o sorpassare il consulto medico reale.
Come giudica il panorama italiano circa l’informazione sulla salute?
Sicuramente il web ha aiutato a migliorare un po’ la conoscenza generale, anche se l’Italia rimane comunque un paese in cui da una parte la gente non cura la prevenzione e l’educazione sanitaria in modo sempre adeguato, e dall’altra il servizio sanitario spesso non aiuta ad avere fiducia e a fidarsi delle indicazioni mediche. Si va comunque migliorando.
Quali consigli darebbe a un giovane che sta per iniziare questo mestiere?
Consiglierei di munirsi sicuramente di buona volontà, di non scrivere su questi temi solo per “dovere”, per “remunerazione” o quant’altro, ma per passione di divulgazione di notizie mediche, che spesso toccano temi anche molto delicati e importanti: davanti ad ogni parola scritta è d’obbligo ricordarsi di mettere sempre l’etica e non far mai in modo che i lettori vengano a pensare di leggere verità assolute, o vadano a fraintendere informazioni che poi devono sempre e comunque essere rimandate ad un diretto riscontro e confronto con il proprio medico di fiducia.